I miei occhi sono foglie verdi
Realizzato nel 2024
Il progetto “I miei occhi sono foglie verdi” si propone di mettere in dubbio l’unicità e la superiorità che l’essere umano attribuisce a se stesso nell’età contemporanea, comunicando, attraverso una serie di immagini, il rapporto possibile con il mondo vegetale.
È ormai risaputo che tutti gli essere viventi sono dotati di cellule che comunicano tra di loro scambiandosi elettricità e che la coscienza sia il prodotto di reazioni elettrochimiche che avvengono nel cervello. Esperimenti affini che sono stati effettuati recentemente da biologi come Stefano Mancuso e Barbara Mazzolai sugli organismi vegetali avanzano l’ipotesi di una capacità di percezione dell’ambiente circostante da parte della pianta, ma anche della possibilità di un rapporto diretto con l’essere umano. Nell’esperimento con Debbie Sapp del botanico Marcel Vogel del 1971, egli riuscì a creare
una vera e propria connessione umano-pianta formalizzatasi in un viaggio mentale all’interno dell’es-
sere vegetale. Connettendo degli elettrodi alla pianta chiese alla donna di immaginare un viaggio all’interno della pianta, le reazioni sarebbero state registrate in un grafico dal poligrafo. Debbie Sapp fece un’attenta e accurata descrizione scientifica di come la pianta era composta ma con lei all’interno che viaggiava insieme ad ogni componente del vegetale. Decisi a questo punto di indagare anche io questo sistema di visione e percezione, immergendomi nell’interno di una pianta come Debbie Sapp ma tramite il medium fotografico. Collaborando con il biologo Alex Costa, direttore del dipartimento di Bioscienze all’università La Statale di Milano, ho potuto addentrarmi tramite la microscopia a livello cellullare della pianta potendo osservare, comprendere e ascoltare le informazioni provenienti da essa. Decisi perciò di raccontare la connessione tra l’uomo e la pianta tramite un’ibridazione personale attraverso la luce assorbita in essa. La luce è infatti sia alla base della fotografia, che necessaria per la vita vegetale. Ho utilizzato un microscopio confocale e la tecnica della fluorescenza che consiste nella stimolazione del campione con una singola lunghezza d'onda della luce, a questa stimolazione i fotorecettori della pianta rispondono con una luce fluorescente del colore opposto. Questo scambio di impulsi luminosi mi ha permesso di rappresentare delle vere e proprie conversazioni di botta e risposta con la pianta, innescando un rapporto tra l'umano e il non umano, tra me e l'essere vegetale.