Radicale
ongoing
Il lavoro nasce grazie alla collaborazione con la fabbrica Amarelli durante Residenza Radicale organizzata da Fotografia Calabria Festival nel programma Strategia Fotografia, in cui la liquirizia e la storia della famiglia giocano un ruolo cruciale.
Le mie opere raccontano una stratificazione, una serie di livelli che da soli raccontano un’epoca, una tecnica e un paesag-gio legato ad un tempo specifico ma sovrapposti raccontano una tradizione, una nuova estetica e un nuovo luogo immaginario in cui le epoche temporali si uniscono per creare una storia differente che non necessariamente cancella il passato ma lo utilizza per creare una nuova visione del presente.
I livelli di cui parlo sono tre, come le donne della mia famiglia, mia nonna mia mamma ed io, che nel tempo hanno utilizzato la liquirizia Amarelli in modi differenti, dall’uso farmaceutico a quello culinario e in fine estetico-concettuale.
Ho individuato grazie all’aiuto del museo Amarelli tre piante fondamentali che raccontano il passato il presente e il futuro dell’azienda ovvero la liquirizia, la violetta e la clementina di Calabria. La prima é ovviamente la base da cui tutto ha inizio, la violetta fu utilizzata come uno dei primi aromi dall’azienda e la clementina è l’ultimo aroma lanciato nell’ultimo anno.
Ho utilizzato le foglie di liquirizia da cui ho estratto la clorofilla che ho utilizzato come base per creare delle antotipie, ovvero stampe a contatto sulla carta, poiché la clorofilla é di per sé fotosensibile, utilizzando negativi di fotografie d’archivio ritrovate nel museo Amarelli.
Gli strati successivi sono viraggi alla violetta e alla clementina di Calabria, di fotografie analogiche fatte durante la residenza, alla pianta, al fiore, alla fabbrica e ai terreni che oggi hanno un’estetica e un ruolo diverso. La pianta per esempio é un’angiosperma invasiva, cresce insieme ad altre specie ma che intorno ad essa nel tempo sono cambiate raccontando un’altro paesaggio e una nuova storia. L’unione di questi tre strati è l’azione cardine del progetto, digitalizzate le immagini, così come l’archivio digitale fa con i reperti, poi unite tra loro, creano una nuova immagine dove ogni strato é necessario per il risultato.
Ho lavorato con le piante perché spesso hanno la capacità di raccontarsi da sole, la liquirizia per esempio si tramanda da sola e dal 2022 permette
la conservazione dell’arte, infatti viene addirittura utilizzata dall’ENEA per la conservazione dei beni culturali grazie alla sua azione antibatterica e
antimicotica.
